E’ arrivato il momento di superare le dicotomie e realizzare un nuovo modo di fare impresa che abbia come scopo il bene (dell’azienda, della società e del pianeta), una meaningful entrepreneurship: il bene, fatto bene, che paga bene.
Un’economia che metta al centro non solo il profitto (che è e resta una semplice misura dell’efficienza della propria azione imprenditoriale) ma anche le persone e il pianeta.
Ma per farlo si deve dare nuovi scopi (nuovi “perché”), nuovi mezzi (nuovi “come”) per arrivare infine nuovi risultati (nuovi “cosa”).
Non voglio dare nulla per scontato, per cui nei miei post cercherò di entrare nel merito del fare impresa “normalmente”, ancora prima di approfondire il meaning con cui farla, perché il mezzo (il fare impresa) deve essere all’altezza del fine (il bene), e sebbene non si possa fare una buona economia con una cattiva etica, allo stesso tempo non si può pensare di combattere una battaglia così nobile con delle armi spuntate.
Lo scopo ultimo (il “perché”) che ci siamo dati con la nostra venture development organization, Rainmakers, è “cambiare la nostra nazione in una sola generazione con imprenditoria e innovazione”.
Lo scopo che mi voglio dare con questo blog è fare educazione su questi argomenti, perché è l’educazione l’effetto leva più potente a nostra disposizione per trascendere gli sforzi e l’effetto leva individuale dato dalla propria impresa e abilitare infiniti altri imprenditori che si attivino tramite le proprie imprese a raggiungere
questo fine comune.
Ci sono scopi per cui vale la pena morire.
Altri a cui vale la pena dedicare la propria intera vita.
Altri ancora a cui quantomeno dedicare un blog.
Consegnare a chi verrà dopo di noi un mondo migliore di come lo abbiamo trovato noi è
sicuramente tra questi.